Ci ha fatto sognare con i Mondiali di Italia ‘90, rendendo quelle notti davvero magiche. I suoi occhi spiritati dopo un gol ci hanno trasmesso la grinta che ci ha accompagnato ad ogni partita.
Oggi Totò Schillaci ci lascia a 59 anni, dopo una lunga battaglia contro un tumore al colon che lo ha spento all’ospedale civico di Palermo. L’ex attaccante della Juventus e capocannoniere di quell’indimenticabile Mondiale, lascia un vuoto incolmabile nel cuore degli appassionati di calcio e dei palermitani, che l’avevano sempre considerato uno dei loro simboli.
Nato e cresciuto nel quartiere popolare del Cep di Palermo, Schillaci ha incarnato l’epopea dell’uomo che parte dal nulla per arrivare sulla vetta del mondo. Dalla sua prima stagione in Serie A con la Juventus, con la cui maglia ha segnato 26 gol, dopo anni di sacrifici e sudore sui campi polverosi della Sicilia, fino all’exploit del Mondiale del 1990, quando con i suoi 6 gol ha conquistato un Paese intero.
La sua fame di vittoria, il suo talento, la sua genuinità rimarranno impressi nell’immaginario collettivo: Totò, l’eroe capace di far sognare milioni di italiani.
Il Mondiale del 1990 è stato il picco della sua carriera, con momenti che sono entrati nella storia del calcio, come il gol decisivo contro l’Austria e l’incredibile prestazione contro l’Argentina in semifinale. Anche se l’Italia non vinse quella competizione, Totò Schillaci si laureò capocannoniere, portando a casa il riconoscimento personale più ambito dai talenti del calcio.
Dopo quella magica estate, la carriera di Schillaci proseguì con l’Inter, prima di una svolta sorprendente: fu il primo italiano a giocare in Giappone, dove divenne un idolo segnando a raffica per i Jubilo Iwata. Alla fine, si ritirò dal calcio nel 1997 per dedicarsi a progetti che gli stavano a cuore, come la sua scuola calcio a Palermo e una breve parentesi politica.
La vita di Totò, però, non si è mai allontanata dai riflettori. Nel 2004 partecipò all’Isola dei Famosi, mostrando il suo spirito combattivo anche lontano dai campi di gioco, e nel 2023, insieme alla moglie Barbara Lombardo, prese parte a “Pechino Express”, regalando ancora una volta al pubblico il suo sorriso e la sua autenticità.
Ricorderemo il suo sguardo pulito, la sua rapidità che compensava una statura non imponente, il suo grande fiuto del gol e l’abilità a finalizzare le azioni offensive, il suo senso della posizione, la capacità di concentrazione e la freddezza sotto porta. E poi ancora il carisma e la capacità di trascinare la squadra nei momenti decisivi, dimostrando grande senso di squadra e una spiccata leadership.
Simbolo di un’epoca e di un calcio che non esiste più in quelle modalità, Schillaci entra di diritto a far parte di quell’Olimpo di talenti che ci hanno fatto apprezzare il bel gioco, che ci hanno fatto vibrare di emozioni ad ogni gol fatto o inseguito, ad ogni azione lottata fino alla fine…un dono ogni volta.
Più che addio, grazie, Totò!