Massimo Tucci è ilProject and Programme Director di #SFSRoma2019, ovvero il Social Football Summit, l’unico evento italiano dedicato al mondo digital, al social media marketing, alla brand strategy ed all’innovazione nella Football Industry, organizzato da Social Media Soccer, la startup del gruppo Go Project specializzata nei servizi dedicati al calcio.
Da quest’anno Massimo Tucci fa parte anche del prestigioso parterre di docenti di Sport Business Academy, occupandosi in particolare di organizzazione di eventi e social media management nel settore calcistico, nel Corso di Digital Marketing Sportivo.
Lo abbiamo incontrato e intervistato per presentarlo ai nostri allievi e lettori.
Senior Account Manager nel settore degli eventi e Project and Programme Director del Social Football Summit. Come si arriva a questi livelli e cosa serve?
Nel mio caso ho avuto la fortuna di fare sin da giovanissimo una serie di esperienze anche diverse tra loro ma riconducibili a questo ambito. Ho lavorato molti anni nel settore degli eventi musicali. Poi ho avuto una meravigliosa parentesi durante la quale ho gestito l’organizzazione e la logistica di una orchestra sinfonica ambasciatrice UNICEF, andando a fare concerti da Roma (Piazza del Campidoglio, Ninfeo Villa Giulia ed molto altro) a Gerusalemme, dal Teatro Antico di Taormina alla Basilica di Santa Croce a Firenze. Poi facendo un salto agli ultimi 2 anni e mezzo, ho avuto l’opportunità di entrare in Social Media Soccer, una startup ambiziosa che nasce all’interno di Go Project, una digital Company che negli anni ha costruito una forte expertise in ambito sviluppo e comunicazione. In questi 2 anni penso che siamo stati piuttosto “coraggiosi”, iniziando un percorso non facile nel mondo della football industry con l’obiettivo di ritagliarci il nostro spazio come agenzia di comunicazione verticale sul calcio e sugli esports. Il Social Football Summit è certamente da questo punto di vista il progetto che finora ci ha dato maggiori soddisfazioni e speriamo di continuare.
Cosa serve? Sicuramente avere fame di imparare, osservare e studiare, essere determinati, prendersi delle responsabilità e saper gestire i diversi aspetti che si intrecciano in un evento cercando di curare tutti i dettagli. E poi, un pizzico di fortuna, come sempre!
Raccontare lo sport come il calcio oggi: da dove si comincia e quali sono i nuovi topic da seguire?
Quello che ho notato, sempre da non professionista, è che il racconto del calcio è andato ben oltre l’evento sportivo. La relazione coi fan è costante e la creazione di contenuti, spesso inediti, fanno del calcio uno show e non solo uno sport.
Quali sono oggi le nuove opportunità di business rese possibili proprio grazie ai canali digital e social e alle soluzioni innovative e tecnologiche applicabili al mondo del calcio?
Se è vero che il racconto e la relazione coi fan è costante è altrettanto necessario l’inserimento di profili professionali in grado di gestire e creare proprio quei contenuti quotidiani a supporto delle attività e degli asset dei club. Anche i calciatori sono delle aziende e viaggiano con logiche simili. Per quanto riguarda l’innovazione: durante lo scorso SFS abbiamo creato un programma ed una stage dedicato all’innovazione. Società, startup e talent stanno creando prodotti e soluzioni che daranno un grande contributo ed in alcuni casi cambieranno il calcio ed il modo di “viverlo”.
Come sta cambiando e come cambierà la comunicazione dello sport a seguito del Covid-19?
Non saprei. Quel che è certo è che con le dirette Instagram gli ex calciatori hanno catturato l’attenzione di tanti, raccontando dettagli finora parzialmente sconosciuti. Certamente hanno aperto un nuovo modo di comunicare che attira i fan. Vedremo se proseguirà anche dopo la fine, speriamo presto, dell’emergenza!
Qual è la cosa che più l’affascina e la entusiasma del suo lavoro e qual è l’aspetto più difficile?
Onestamente mi piace tutto. Sono un appassionato di calcio e lavorare in questo settore per me è un piacere. Inoltre lavoro in ambito organizzazione, gestione, pubbliche relazioni, insomma, le attività che preferisco! Le difficoltà principali sono quelle che incontrano tutti: si lavora spesso in emergenza e con risorse non adeguate. Ma fa parte del gioco!
In un momento come questo, di emergenza e di “reclusione”, qual è e quale dovrebbe essere il ruolo dei social?
I social sono e restano comunque uno strumento. Non dobbiamo troppo caricarli di ruoli e responsabilità. Certamente come dicevo prima, sono oggi in particolare con il lockdown uno dei pochissimi strumenti che possono permetterci di mantenere accesa l’attenzione anche sul calcio e di partecipare anche alle vite degli sportivi più da vicino e in una dimensione anche più umana.
Social Football Cafè: come nasce questa iniziativa e con quali intenti?
Si tratta di un format semplice, informale, un caffè, una chiacchierata con esperti e professionisti dell’industria del calcio. Un modo per proseguire il lavoro del Summit e nello stesso tempo creare delle tappe di avvicinamento alla prossima edizione. Siamo alla prima stagione, 6 puntate, ma stiamo lavorando già alla seconda.
Qual è l’insegnamento che, in qualità di docente, ritiene essere fondamentale trasmettere a chi sta per intraprendere un percorso in questo settore?
Questa è una domanda che mi imbarazza. Io ho maturato esperienza sul campo. Ho quella semmai da mettere al servizio. Per quella che è la mia sensibilità ed opinione, conta come in qualsiasi altro settore l’approccio. Quindi umiltà, voglia e sacrificio. Tutto il resto si può imparare, ma senza queste caratteristiche è difficile!