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Matteo Iorio: l’intervista al social media manager della Pro Recco Club Pallanuoto

March 25, 2020

Matteo Iorio, genovese, classe 1984, social media manager della Pro Recco Pallanuoto, la squadra con una storia sportiva straordinaria che inizia nel lontano 1913 e, ad oggi, la più titolata al mondo, con i suoi 33 scudetti, 8 Champions League, 14 Coppe Italia, 6 Supercoppe Europee, 1 Lega Adriatica, 1 Scudetto femminile, 1 Champions League femminile, 1 Supercoppa Europea femminile.

Ed è con questo team affiatato, collezionista vittorie, che Matteo lavora, raccontando le gesta sportive di ogni suo componente, entrando nella vita di ogni campione, restituendoci, tramite i social network, i momenti più importanti, quelli più leggeri, le gioie, i sacrifici, le personalità e le imprese, insomma, tutte le emozioni che lo sport della Pallanuoto sa regalare.

La sua è un’esperienza ben consolidata nella comunicazione e nel social media management, che lo vede, dopo una formazione specifica in questo settore, al seguito di numerosi brand nei settori moda, design e food, oltre che nello sport.
Ed è in questo mondo che oggi Matteo Iorio sta dimostrando tutta la sua competenza e professionalità. Noi di Sport Business Academy lo abbiamo incontrato per farci raccontare, in una piacevole chiacchierata, qualcosa di più rispetto al suo ruolo di comunicatore tramite i new media.

Social Media Manager della Pro Recco Club pallanuoto. Come sei arrivato qui e com’è far parte di questo team?

Lavorare per il club più titolato al mondo di pallanuoto è sicuramente una grande soddisfazione e un primo punto di arrivo per la mia carriera. L’ingresso in questo fantastico mondo è avvenuto nel 2015 grazie all’attuale Presidente Maurizio Felugo (all’epoca neo Direttore Generale dopo aver appena terminato la carriera da atleta) che vide la necessità di costruire parallelamente al nuovo progetto sportivo un team che potesse far crescere la Pro Pro Recco anche da un punto di vista mediatico. Oltre alla mia figura di Social Media Manager, è stato potenziato l’ufficio stampa, il marketing con un forte sviluppo anche del merchandising e della piattaforma online di vendita.

Come si diventa social media manager nel settore sportivo? Quali sono i requisiti e quali i consigli che daresti a chi vuole intraprendere questa carriera?

Nel mio caso specifico, direi molta fortuna, trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Nel luglio del 2015 avevo appena deciso di lasciare il lavoro presso un’agenzia di comunicazione a Milano per tentare un’ avventura in proprio (all’epoca una vera e propria scommessa!) a Genova, città in cui sono nato e cresciuto. Un mese dopo vengo contattato dalla Pro Recco, un sogno e un primo indizio che quella scelta, considerata da molti poco razionale poteva essere giusta. In generale però ritengo che la preparazione tecnica dell’uso degli strumenti social, oltre alla passione per lo sport, costituiscano una base fondamentale in attesa dell’opportunità giusta. Tra i requisiti fondamentali inserirei poi anche le public relation online e non: partecipare ad eventi, presentazioni, connettersi sui social con gli esponenti di questo mondo per trarne ispirazione e aumentare la possibilità di farsi notare.

Raccontare uno sport come la pallanuoto, un club e una squadra attraverso i social: da dove si comincia?

Si comincia sicuramente da un lavoro di squadra con il proprio team comunicazione e marketing. Oltre a documentare la cronaca puramente sportiva, occorre andare ben oltre. Si raccontano i valori della società, si costruiscono idee ed eventi ispirandosi (senza aver paura di copiare) a chi è più avanti di te, nel nostro caso sport come il calcio in Europa o la pallacanestro negli Stati Uniti. Negli ultimi anni, durante le partite casalinghe di Champions League, abbiamo creato iniziative come la Pro Recco Experience (un tour esclusivo negli spogliatoi appositamente allestiti), un’area hospitality per i vip, una mascotte che durante le partite coinvolge il pubblico e soprattutto la grande scommessa vinta della Champions Itinerante (giocare le partite in casa in giro per l’Italia) che ha registrato il sold out in ogni tappa.

Il calcio e la pallanuoto sui social: ci sono differenze di approcci e metodi?

Come detto prima, non bisogna avere paura di emulare, l’importante è farlo partendo da chi ha successo. Le differenze ci sono solo a livello sportivo, ma il metodo di comunicazione è esattamente lo stesso. Parola d’ordine? Coinvolgere i fan. Quiz, sondaggi, contest a premi sono tutti ottimi veicoli; raccontare la vita dei Campioni anche fuori dalla vasca. E non ultimo, coinvolgere i propri atleti a partecipare attivamente alla vita social.

intervista matteo iorio sport business academy

Qual è la cosa che più ti affascina e ti entusiasma del tuo lavoro e qual è l’aspetto più difficile?

L’aspetto che mi affascina ed entusiasma di più è quello legato ai ragazzini e giovani pallanuotisti che ci scrivono sui social o che vengono alle nostre partite. In molti inviano le foto degli autografi che sono riusciti ad avere e ci pregano di tornare a giocare nella loro città. Quelli che partecipano alla Pro Recco Experience sembrano poi “impazziti”, nel senso positivo del termine ovviamente. Quando questo succede, abbiamo fatto bingo. L’aspetto più difficile è sicuramente quello legato alla responsabilità: i social non perdonano. Basta un piccolo errore e rischi che non sia più rimediabile: occorre stare super attenti a quello che si pubblica e al taglio che viene dato al post o alla notizia.

In un momento come questo, di emergenza e di “reclusione”, qual è e quale dovrebbe essere il ruolo dei social?

Purtroppo non possiamo fare altro che stare a casa, quindi i social network rappresentano per molti uno degli “svaghi” preferiti in questi giorni. Come Pro Recco abbiamo deciso di proseguire la pubblicazione dei contenuti; in primis un video messaggio del nostro Presidente per far sentire la vicinanza del Club ai nostri tifosi. Venendo a mancare l’attività quotidiana legata alla squadra, abbiamo più tempo per interagire con loro, condividere le loro stories e rispondere ai tantissimi messaggi.

Il personaggio, lo sport o la squadra di cui ti piacerebbe un giorno raccontare vita e imprese tramite i social?

Ad essere sincero non ci ho mai pensato. Mi affascinerebbe molto poter gestire il social media di un calciatore di Serie A, ma se dovessi proprio sognare…direi la Nazionale di Calcio Italiana, magari seguendola durante un campionato mondiale.

Il libro che è stato per te illuminante?

Un libro che lessi poco prima di laurearmi nel 2007 e che mi diede molti spunti e indicazioni preziose fu sicuramente: “Creatività e Pubblicità” di Geppi De Liso. Ancora i social non erano molto sviluppati, ma il volume racconta metodologie e tecniche creative che potrebbero essere efficaci anche nel mondo web.

Il post che ha avuto più successo?

Generalmente i video dei goal dei nostri giocatori generano numeri importanti, paragonabili a quelli del calcio. Ma il boom ci fu quando organizzammo durante una trasferta a Torino, l’incontro con i giocatori della Juventus alla Continassa. Le gallery delle foto dei nostri giocatori con Dybala, Chiellini, Bernardeschi, Mandzukic e Mister Allegri venne letteralmente presa d’assalto a suon di like, condivisioni e commenti dal pubblico social.

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